Gli inventori del tronchetto di porchetta

“…basterebbe farla più piccola, più maneggevole, meno pesante e sicuramente potrebbe essere considerata un prodotto da banco!” E’ da questa intuizione che ha avuto inizio la lavorazione del tronchetto di Porchetta, ora il prodotto più venduto dai produttori ariccini.
Proprio così, perché prima di questa intuizione di Giancarlo, il papà di Federica attuale titolare della Dentico Porchette, la porchetta era considerata un prodotto il cui consumo era destinato solo ai grandi eventi come fiere, sagre, raduni e feste. Il mercato era quindi ristretto ed anche i consumatori finali avevano poche occasioni per conoscere ed apprezzare un prodotto dalla ricetta così antica e gustosa. L’intuizione era geniale: produrre una porchetta, con le medesime caratteristiche di gusto e qualità, ma più piccola e leggera, lasciando solo il busto del maiale, solo la parte centrale, priva di testa, arti e posteriore, legata condita e cotta come la “Signora Porchetta”. Questo avrebbe permesso di raggiungere le botteghe, le norcinerie, le salumerie, i “pizzicaroli” ed era importante per trovare nuovi mercati e per far conoscere in modo più capillare il prodotto, tipico e caratteristico dei Castelli Romani e di Ariccia in Particolare.
Ma questa innovazione puntava (e ci è riuscita) a permettere la penetrazione di un mercato ben più vasto, quello della grande distribuzione, che ora grazie a questo nuovo formato poteva acquistare il medesimo prodotto in porzioni più maneggevoli e facili da trasportare e stoccare.
Fu così che in breve tempo, la produzione e la vendita del tronchetto di Porchetta, superarono in numero quelli della porchetta intera.
L’aver ridotto le dimensioni, riducendo le spese di trasporto e conservazione, ha permesso quindi una penetrazione del mercato decisamente più capillare ed ha creato un commercio florido ed attraente.

Gli inventori del tronchetto di porchetta

“…basterebbe farla più piccola, più maneggevole, meno pesante e sicuramente potrebbe essere considerata un prodotto da banco!” E’ da questa intuizione che ha avuto inizio la lavorazione del tronchetto di Porchetta, ora il prodotto più venduto dai produttori ariccini.
Proprio così, perché prima di questa intuizione di Giancarlo, il papà di Federica attuale titolare della Dentico Porchette, la porchetta era considerata un prodotto il cui consumo era destinato solo ai grandi eventi come fiere, sagre, raduni e feste. Il mercato era quindi ristretto ed anche i consumatori finali avevano poche occasioni per conoscere ed apprezzare un prodotto dalla ricetta così antica e gustosa. L’intuizione era geniale: produrre una porchetta, con le medesime caratteristiche di gusto e qualità, ma più piccola e leggera, lasciando solo il busto del maiale, solo la parte centrale, priva di testa, arti e posteriore, legata condita e cotta come la “Signora Porchetta”. Questo avrebbe permesso di raggiungere le botteghe, le norcinerie, le salumerie, i “pizzicaroli” ed era importante per trovare nuovi mercati e per far conoscere in modo più capillare il prodotto, tipico e caratteristico dei Castelli Romani e di Ariccia in Particolare.
Ma questa innovazione puntava (e ci è riuscita) a permettere la penetrazione di un mercato ben più vasto, quello della grande distribuzione, che ora grazie a questo nuovo formato poteva acquistare il medesimo prodotto in porzioni più maneggevoli e facili da trasportare e stoccare.
Fu così che in breve tempo, la produzione e la vendita del tronchetto di Porchetta, superarono in numero quelli della porchetta intera.
L’aver ridotto le dimensioni, riducendo le spese di trasporto e conservazione, ha permesso quindi una penetrazione del mercato decisamente più capillare ed ha creato un commercio florido ed attraente.

La necessità di tutelare la ricetta tradizionale del Tronchetto di porchetta di Ariccia

Famosa, quindi copiata. Più un prodotto è conosciuto ed apprezzato infatti e più alto è il rischio che sia imitato, con risultati spesso nocivi, in tutti i sensi.
Copiato, non solo in Italia, ma anche all’estero, il tronchetto di Ariccia (anche detto il trancio di Porchetta di Ariccia) necessitava di essere garantito, protetto, per mantenere intatta una tradizione gastronomica così antica e così legata al territorio.
Il Consorzio dei produttori di Porchetta di Ariccia, nacque nel 2004 proprio a questo  scopo: proteggere e valorizzare questa specialità locale, frutto della tradizione e dell’esperienza degli artigiani porchettari e tramandata per generazioni.